IL CAVALLO
Il cavallo possedeva al massimo una qualità che faceva dimenticare tutti i suoi difetti; aveva il “sangue”, sangue “che si fa sentire”, come dicono gli inglesi. I muscoli fortemente rilevati al di sotto della rete delle vene, distesi sotto la pelle sottile, mobile e liscia come raso, sembravano duri come ossa.La testa asciutta, con gli occhi in rilievo, luminosi e vivi, si allargava verso le froge prominenti dalle membrane iniettate di sangue all’interno.In tutta la linea della cavalla, e in particolare nella testa, c’era qualcosa di volitivo e nello stesso tempo di dolce. Era una di quelle bestie che sembra non parlino solo perché la conformazione della loro bocca non lo permette.
(Lev Tolstoj)
Chiedimi di mostrarti poesia in movimento, e ti mostrerò un cavallo.
Non vi è nulla così buono per l’interiorità di un uomo come l’esteriorità di un cavallo.
Ho sentito un nitrito. Oh, se era melodioso quel nitrito, e così vivace e allegro! Il mio cuore balzò di gioia al suono.
Ah, cavalli, cavalli… che cavalli siete voi! I turbini dimorano forse tra le vostre criniere? Un acuto orecchio vibra forse in ogni vostro nervo? Udita appena dall’alto la nota canzone, tutti all’unisono hanno proteso i petti di bronzo, e senza quasi toccare con gli zoccoli terra, non si disegnano più che in linee allungate, trasvolanti a mezz’aria, e divora lo spazio la trojka, tutta infusa dell’afflato di Dio!
(Nikolai Gogol)
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